giovedì, luglio 24

Renzi il fascinista, il fascino del nulla

Chi nasceva o cresceva durante il Ventennio, poco capiva dell'alternativa al Fascismo, cioé la democrazia, non avendo vissuto gli ideali progressisti. Solo i "vecchi" sapevano, i coetanei dei caporioni del regime. Il partito fascista puntava sui giovani, ripudiava tutto quello che era "vecchio". I giovani dovevano rottamare il passato, distruggere tutto per creare il nuovo. Velocità, velocità, rinnovamento, alzavano la bandiera del Futurismo, il nuovo che avanza. Ma il nuovo era l'ignoranza, distruggere il vecchio era la distruzione della memoria, dei testimoni consapevoli della storpiatura fascista; i giovani non dovevano sapere, la loro tabula doveva essere rasa, dovevano conoscere solo gli insegnamenti di regime . Dalla cancellazione della memoria alla cancellazione fisica degli uomini, non c'era differenza, da Matteotti a Gramsci.

Il "simpatico" Renzi, cresciuto all'ombra del ventennio televisivo berlusconiano, usa lo stesso linguaggio politico degli avi fascisti (dimostrandosi in verità più vecchio dei vecchi). Rottamazione, nuovo che avanza, giovani al potere... come se i giovani fossero garanzia di democrazia. La democrazia la possono dare i saggi, gli antichi esempi, i vecchi con l'esperienza degli anni, ma anche giovani con una poderosa cultura alle spalle. Ma  Renzi  si è cibato della cultura berlusconiana e non è andato oltre una ruota della fortuna e un talk show e una Boschi non  arriva all'altezza di un giovane Gobetti nonostante  l'aiutino del tacco 12. La democrazia in Italia si è retta su quei vecchi che avevano conosciuto il fascismo. Oggi la memoria langue e i renziani con a capo il loro giovane assetato di potere, seguono la strada della dittaura 3.0, senza rendersene conto, perché il nuovo che avanza non ammette di guardare indietro, di conoscere la storia, i corsi e i ricorsi, di fare uso dell'esperienza degli anni che non hanno o di consigliarsi con chi ne sa di più, tanta è la loro brama di cancellare.

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