domenica, giugno 9

Il presente storico dell' Italia

 Il presente storico dell' Italia
Sapete come si legge la storia? I contorni quando si guardano da lontano diventano più chiari. Per leggere la storia presente, che è ancora presente, si deve fare un po' di metastoria, perchè la storia, stranamente, ha un disegno preciso, l'ordine delle cose, un puzzle che si comprende al termine. Ed è facile, in fondo verificare questo termine, prima ancora che sia giunto al suo termine relativo. La storia dell'uomo è come la Natura, all'inizio sembra il caos, poi tutto giunge ad un equilibrio, quello naturale, e siccome l'uomo è, nonostante tutto, figlio della Natura, segue lo stesso percorso.
Si parte da Craxi, con la prima sfiducia del popolo italiano nei confronti della politica, ma soprattutto dei partiti. Avvento di Berlusconi, il cosiddetto uomo forte. In altri tempi costui, cavalcando l'onda del malcontento, con la dovuta educazione del popolo italiano avrebbe  restaurato una dittatura. Ma questa Italia, o meglio sarebbe dire questa Costituzione ha la memoria storica, perché gli Italiani da Mussolini non sono cambiati neanche di una virgola, e se non ci fosse stata la Costituzione a farci da garante della democrazia, Berlusconi avrebbe già da tempo usurpato tutti i poteri dello Stato.
Ciò non è successo, ma la sua presenza ha deviato il corso degli eventi, in parte. Dopo la seconda grande sfiducia degli Italiani, alle elezioni del 2013, senza alcuna coalizione di maggioranza sufficiente a garantire una governabilità,  i 2  partiti in opposizione tra loro, che si erano scambiati il potere nell'arco del vent'anni, per non crollare e scomparire dalla scena parlamentare, si allearono e diedero inizio ad una sorta di dittatura partitica, mai accaduto nella storia d'Italia. Nascosti dietro una apparente democrazia, senza alcuna volontà degli elettori, il PD e il PDL, il partito personale di Berlusconi, che pura aveva perso le elezioni, si spartirono i posti di potere e segnarono una tregua pacifica, camuffata come necessaria per la crisi economica che aveva colpito l'Occidente ed alcuni paesi in particolare, come l'Italia. Questa dittatura partitica durò diversi anni; continuarono a comandare indisturbati, senza mutare per altro alcuna legge, che li avrebbe resi più deboli, ma anzi, rinforzarono al meglio alcuni punti istituzionali, per dominare il più a lungo la scena politica. A Berlusconi fu assicurata ogni immunità per salvarsi dai numerosi  processi nei quali era incappato per la sua naturale propensione a muoversi sul filo dell'illegalità. In cambio egli appoggiò questo governo, che era anche il suo, permettendosi così di allungare ulteriormente la sua vita politica, senza il consenso della maggioranza degli  Italiani. Quando la società civile si rese conto che questi due partiti non avevano alcuna intenzione di tornare al voto, allora si ebbero delle sommosse popolari nelle principali città. Berlusconi cambiò di nuovo atteggiamento, illudendosi di rappresentare questo malcontento. Mentre il suo elettorato imbonito giornalmente e continuativamente dalle reti private, senza controparte autorevolmente critica, continuava ad essergli fedele,  la gran massa della popolazione la pensava in maniera diversa; erano quelli che scendevano in piazza per un ideale di democrazia ed uguaglianza. La terza sfiducia del popolo italiano fu cruenta, senza alcuna spalla rappresentabile  di una opposizione parlamentare, che di fatto non esisteva più, perché i partiti più rappresentativi del parlamento  si erano spartiti il potere. C'era un solo modo per superare la grave crisi civile, cancellare definitivamente la nomenclatura di questi partiti di potere, PD e PDL; quest'ultimo poteva concludersi con la fine politica del suo proprietario, ma il PD doveva rinnovarsi dall'interno e, in modo rivoluzionario, eliminare quelli che avevano permesso questa infausta alleanza, i Lettiani, non per caso guidati dal nipote del più influente consigliere di Berlusconi.

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