lunedì, novembre 15

Roma Edo andata senza ritorno parte 3


parti precedenti 1 2
- Quello era l’Ortaccio degli Ebrei, ci coltivavano morti. E questa è la porta, in apparenza senza una funzione, decoro architettonico, gioco curioso ed attraente per i turisti, il viale rettilineo che punta a San Pietro esisteva da prima che Piranesi vi frapponesse la porta… Perché eccedere in questo massiccio apparato? Non bastava un cancello? non bastava… La porta serve a tenere bloccato qualcosa dall’esterno… qualcosa di molto antico. Una difesa della chiesa o una difesa del potere della chiesa… c’è una sottile differenza… Vedi, i turisti guardano nella serratura, dalla parte esterna e vedono la cupola di San Pietro. Ho la sensazione che quel qualcosa stia premendo di più ultimamente. La porta sbarra l’ingresso a qualcosa di nocivo, però così non permette alle negatività che sono già dentro, di uscire. Se ora tu provassi a puntare l'occhio dall'altra parte della serratura? dalla parte opposta… capiresti di che sto parlando…

Questa piazza ricca di effigi, contiene il segreto della porta, ed è semplice individuarlo. La serratura punta frontalmente questo altorilievo, che è un'antiporta. Vi sono i simboli della famiglia dei Rezzonico, coloro che sovvenzionarono i lavori. Armi e scudi che bloccano l’uscita. Gli scudi sono premuti dalla porta della villa del Priorato di Malta. I due ingressi si fronteggiano, sono contrapposti. Se la porta del giardino fosse aperta, gli scudi perderebbero la loro efficacia e si frantumerebbero dietro la forza perennemente all’erta, dietro l'antiporta.

- Cosa dovrei vedere dall’altra parte della serratura? È già visibile da qui, questo pietrame scolpito…

- No, quello che vediamo da qui è dalla nostra pacifica dimensione, per noi il male non ha una consistenza fisica. Dall’altro lato ti apparirà in tutta la sua verità, ciò per cui la porta è perennemente chiusa.

-Tu l’hai mai visto?

Io no, mi è impossibile. Non posso fronteggiarmi con l’altro lato, sarei subito colto.

- Colto da cosa? E io sì? Voglio dire, se questa storia fosse vera e dico che posso anche crederci, dopo la mia esperienza, perché se tu me l’ avessi raccontata un mese fa, avrei pensato che mi stessi coglionando; se fosse vera, perché non sarei in pericolo? perché non sarei colto da un accidenti che è, rispetto a te?

- Ma… A. io non sono un essere comune… non posso, non sai… te lo dirò… non ora.

- Che diavolo! Mi sono stancato, come si fa ad entrare in ‘sto posto?

- Ci vuole un permesso, conosco qualcuno. Io però aspetterò da qui, vicino all’altorilievo e tu mi dirai cosa vedi.


continua...

mercoledì, novembre 10

Roma Edo andata senza ritorno parte 2

(...continua dalla 1)

-La senti?

-Che... questa musica?

-Sì, da dove viene?

-Deve essere il fuori di testa di questa palazzina qui a fianco. Ma non distrarti…

-È particolare, mi entra dentro, cosa è?

-Ma … non so, ha gusti strani, quello!

-No, davvero, è il sottocoro, pieno di ritmo, è trascinante. Roba dell’Est.

-Ah, può essere, sua madre è dei Balcani.

-Che significa, non è che uno deve essere per forza di …, non è che io devo essere giamaicano se ascolto il regge.

-Oh, ma che vuoi? È colpa mia se sua madre è balcana!? E basta, non distrarti, non è uno scherzo.

-Vai, è mezz’ora che aspetto!

-Mezz’ora … ma ma.. senti un po’… Ok. Chiuso. Allora, ti ho detto che mi ero incontrato con M nel giardino delle rose?! Tutto quello che ci è successo dopo, non è una favola, lei te lo può confermare, anche se ora è partita.

-Il giardino delle rose… era il cimitero del Ghetto. Sai, il Ghetto prima era molto più esteso.

-Può sembrare strano, ma io non ricordavo il posto, e sì che ci sarò passato decine di volte…

-E i tuoi amici, si sono più visti?

-A parte che non sono amici miei, semmai il contrario. No, scomparsi…

-Ma sei andato a controllare dove bazzicano di solito?

-Sono passato vicino al bar di uno di loro, quello col quale trattavo la roba, mi sono tenuto un po’ alla larga però.

-Forse non li hai incocciati…

-Guarda che quelli sono dei bastardi, ti pare che se stavano in giro non si facevano trovare, per tirarmi il collo? Cazzo, io gli ho soffiato una partita. Non ci mettono niente a sgozzare qualcuno, per molto meno.

-Mi avevi detto di avere smesso!

-E ho smesso, solo quel conto in sospeso, ma guarda che sono tre mesi che non commercio più la merda.

-Quando torna M chiedile di portarti in Giappone, è l’unico modo per esser sicuro di…

-Lo vuoi capire che quelli sono spariti, spa ri ti?!

-Toh, è finita la musica.

-Allora?

-Ah, no, ha riattaccato…

-Non mi dici niente? Cosa ne pensi?

-Penso che i tuoi amici se li è portati il diavolo…

-Cioè, in che senso?

-Nessun senso … vediamoci sabato, ti faccio vedere qualcosa che ci aiuterà a capire. Faccende in sospeso, di tanti anni fa, che non ho mai affrontato. Credo che sia giunto il momento.

continua parte 3

lunedì, novembre 8

Mah

Non è che lui sapesse bene cosa scrivere. Erano anni che non metteva mano ai quaderni, e neanche tanta voglia di farlo; era convinto che tutto quello che aveva da scrivere lo aveva scritto; per il resto si sarebbe ripetuto perché la vita dell'uomo è quella che è. Si può anche distendere come un elastico ma sempre della stessa materia rimane, sia in quantita che in qualità. E se uno è imbecille lo sarà sempre e in qualunque luogo del mondo, anche frequentando tutte le civiltà e vivendo tutte le età; e su uno è riflessivo e profondo lo sarà anche sparato sulla Luna o nella ressa di un bordello di Taiwan. È che l'imbecillità se uno ce l'ha non se ne rende conto, e anche lui non era tanto sicuro; lo doveva leggere negli occhi della gente, ma se ci riusciva, se diventava consapevole di essere anche lui un imbecille, allora in quel momento non lo sarebbe stato. Boh, forse è meglio essere inconsapevoli, e lasciare fare alla natura. Oh, ma non doveva scrivere di imbecillità, erano un paio di mesi che rimuginava di scrivere su porte misteriose...

venerdì, novembre 5

La barzelletta del bunga bunga secondo Fini

Sino ad ora è sempre stato Silvio Berlusconi a raccontare la barzelletta, riadattata e aggiornata secondo le situazioni. Dai ministri di Prodi ai suoi fedelissimi Cicchito e Bondi, per una grassa risata di Silvio ed i suoi ospiti. Con le nuove prospettive all'orizzonte, sembra giunto il momento che anche Silvio diventi protagonista della barzelletta, perché chi di bunga bunga ferisce di bunga bunga perisce, secondo Fini.
Messo alle strette Silvio è costretto dalla nuova opposizione interna a due alternative:
-Silvio scegli, o bunga bunga o trombato alle elezioni.
Silvio, memore della storiella, non ci pensa due volte, e prontamente:
-Bunga Bunga!!
-Bene, prima bunga bunga e poi trombato alle elezioni!!*


*aggiornamento - Nell'assemblea del 7 novembre, Fini ha detto: "Berlusconi decida se cambiare o tirare le cuoia!" Berlusconi avrebbe risposto: "Votatemi contro". Praticamente è una richiesta di bunga bunga...

martedì, novembre 2

Compito ingrato dei carabinieri



Da il Fatto quotidiano, un articolo sulle scorte dei carabinieri nelle residenze dell'attuale premier, che si lamentano dell'insolito e degradante compito di scortare manipoli di ragazze, che nulla ha a che fare con il ruolo istituzionale che loro compete e che hanno sempre svolto con grande professionalità, prima d'ora...
E così mi è immediatamente tornata alla mente l'irresistibile scena dell'immenso Bombolo, centurione romano, che ha combattuto in Siria, ha fatto la campagna sui monti del Caucaso, il primo a sbarcare in Britannia, ed ora gli fanno fare questo lavoro così degradante, " co' 'ste zoccolone..."