giovedì, marzo 11

Il decreto interpretativo autentico, nella storia. La casa di Fiammetta.

la casa di Fiammetta


Uno dei primi interventi di "decreto interpretativo autentico" che si ricordi a Roma risale al 1479.
Fiammetta Michaelis giunse in città all’età di 13 anni, insieme alla madre. Da lei ereditò la professione di meretrice.
Divenne, giovanissima, amante del cardinale umanista Iacopo Ammannati. Dopo un anno e mezzo di focosi incontri, nel 1479, il cardinale passò a 'miglior vita' (secondo i punti di vista).
Egli volle esserle riconoscente e nelle disposizioni testamentarie le lasciò tutti i suoi averi.
Ma… ma… la corte pontificia non poteva permettere che una simile fortuna andasse perduta né che un porporato, con tale lascito, facesse ben intendere quale fosse il reale legame con la fanciulla. Sicché il papa Sisto IV bloccò il testamento e nominò una commissione apposita che studiasse il modo migliore per uscire fuori dall’impiccio della LEX. Fu così emanato un DECRETO INTERPRETATIVO, su misura, una leggina che definisse in modo AUTENTICO, le reali disposizioni testamentarie del defunto.
Fu interpretato che il lascito non era una eredità vera e propria per i servigi resi al cardinale ma una pia donazione "per amore di Dio e per provvederla di una dote", insomma un’opera di carità ad una disgraziata. I beni, per tal motivo considerati eccessivi, vennero ridotti notevolmente. Ciò nonostante Fiammetta divenne proprietaria di almeno quattro immobili:
una vigna con casino presso la Porta Viridaria del Vaticano;
una casa con torre nel vicolo della Palma (scomparso), presso la
chiesa dei Santi Simone e Giuda, oggi sul vicolo di San Simone;
una casa, in via dei Coronari 157, oggi rimaneggiata , in foto;
una casa in via Acquasparta 16, sulla piazza che prende il nome della cortigiana e che viene ricordata come Casa di Fiammetta, ma dove probabilmente non andò mai ad abitare.

ps
Negli anni Trenta, la casa in via dei Coronari si presentava restaurata riproponendo la originaria facciata. In particolare era presente un caratteristico portico a due fornici con colonna centrale. Ma come si può notare i fornici, negli anni a seguire sono stati trasformati in due anonimi e diseguali vani rettangolar funzionali a due portoni, la colonna centrale è sparita, con la speranza che sia almeno inglobata nel muro. La ricerca della rendita supera il rispetto della memoria e dei beni artitici e monumentali. (Poi posto il disegno originale)

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