giovedì, dicembre 17

Dal "Diario di un essere perenne" V (parte 2)



parte due (parte uno)
Molte volte mi sono ritrovato a passare per la via Giulia, senza mai riportare alla mente quell’episodio. Solo ora che stavo tentando di bere al Mascherone, chiuso per metà da un muro, compresi il motivo del mio oblio . Non vi avevo più bevuto per l’impedimento attuale, causa della quasi rovinosa caduta in acqua. Istintivamente mi rivolsi all’angolo di via del Polverone, la locanda di sor … I locali erano occupati dall’agenzia di una banca. Dopo la estinzione della famiglia fu a lungo abitazione, poi legnaia, abitazione, locanda di nuovo, abitazione, deposito, ristorante, abitazione e, per l’appunto, banca. A Roma c’è sempre un momento in cui un immobile arriva nelle mani di un istituto di credito. Una volta era il Regno-Stato Vaticano ad avere l’esclusiva; dopo generazioni di passaggi si giungeva immancabilmente ad un ramo morto e scattava la donazione, la chiesa sa aspettare, ha il tempo dalla sua, come me. E per avere il tempo indefinito come me, non può amare e non cerca di essere amata. Sotto la locanda c’era la cantina ricavata da ambienti di origine romana. Lì, alla luce delle torce, avevo assaggiato le mescite speciali del sor …, mi ubriacavo a scrocco, osannando l’arte di Bacco e compiacendolo.
Le mie amicizie, i miei sentimenti hanno una scadenza, se le persone che mi frequentano non mi recuperano con forza, io sparisco. Non posso provare sensazioni , emozioni che solo gli esseri con la vita a termine posseggono. Io sono un essere perenne. Il mio cuore è refrattario, si può anche riscaldare ma la fiammella deve essere continuamente ravvivata, in un attimo si raffredda, la mia natura è fredda; in breve tempo i sentimenti si deteriorano, cancellati dalla consapevolezza della eternità, la saggezza millenaria copre le mie pecche, sino a sostituirle del tutto. Il corpo di un giovane, la sapienza di un vecchio, l’immaturità di un bambino. Quando una persona incomincia a provare un affetto, che sia amicizia o amore, io temo, mi distanzio e stacco. È inutile portare avanti ciò che non è possibile. Ambizioni, progetti, scadenze, date da rispettare non hanno significato. Non riconosco i compleanni, non festeggio i piccoli passi del proseguo della vita, nascite e morti. La mia memoria è breve, si rinnova, si rigenera continuamente per non invecchiare. Ecco cosa significa essere perenne.
Il palazzetto era stato totalmente ristrutturato, forse di originale erano rimasti solo i muri esterni. Ma il terrazzino appollaiato in cima, da dove mi affacciavo verso il giardino che ora è un parcheggio, e verso il Tevere, non sembrava cambiato di molto.
(continua in Roma Edo andata senza ritorno

Nessun commento: