domenica, settembre 28

DDL sulla prostituzione

Questo disegno di legge è stato fatto con i piedi. È un pannicello tiepido, (caldo sarebbe troppo), fatto senza preavviso, il che fa intendere la poca cura e meditazione del testo, fretta e pressapocaggine, quasi per rispondere ad una richiesta di "qualcuno", ha partorito un dl largamente insufficiente. Tanto è vero che non si menziona in modo risolutivo la questione ancora aperta della prostituzione, piuttosto sembra una disposizione di ordine pubblico con velleità fasulle. La Caritas che sta addentro il problema, certamente molto più dei redattori di questa leggina di cure estetiche per la società finto-purtitana ( la Carfagna ci ha messo solo la bocca, del resto è lì per questo, almeno la bocca la sa usare bene, dialetticamente parlando), ha capito subito che più che risolvere la situazione la peggiora. Dopo che le forze dell'ordine hanno incominciato ad operare seguendo i dettami del ddl, gli sfruttatori magnaccia, soprattutto le bande dell'Est Europa, albanesi e rumene, ma anche africane, sono corsi ai ripari, si sono riorganizzate: segregazione fissa, bordelli clandestini, mercato degli affitti in nero. È una nuova prostituzione oscura e incontrollata, con il rischio che aumenti la prostituzione minorile, perché ormai è tutto nascosto ed ogni cosa è permessa. Dunque il risultato, le prostitute sono sparite dalla strada e sono aumentate nei luoghi celati, schiave più che mai. La legge doveva essere fatta completa, con il coraggio di decidere anche su una eventuale normativa per la prostituzione libera. I bordelli prima della Merlin erano case di sfruttamento, e per questo inaccettabili. Ma una donna deve essere libera di gestire il proprio corpo, nel luogo che lei ritiene opportuno, senza dare spettacolo, senza pagare percentuali a nessuna casa chiusa. Al limite possono riunirsi in cooperative, di libere "professioniste", come un sindacato. È una problematica che va oltre lo sfruttamento e la tratta delle schiave del sesso, questa legge colpisce anche le prostitute che non hanno sfruttatori, che ci campano con questo 'lavoro'. La leggina non è mirata a combattere lo sfruttamento della prostituzione, ma più banalmente a pulire le strade dallo spettacolo indecoroso. Puttanate. La regolamentazione della prostituzione libera ancora attende. Gli sfruttatori continueranno ad imperversare sino a quando le regole non saranno chiare. L'Italia è il paese delle cose fatte a metà.

mercoledì, settembre 24

Pena capitale

Forse non tutti sanno che nello Stato Vaticano vige ancora la pena di morte. Durante il
Governo dello Stato Pontificio, i luoghi prescelti per le esecuzioni capitali a Roma erano
tre: Piazza di Ponte Sant'Angelo, Piazza del Popolo e Via dei Cerchi. L'ultima condanna
a morte mediante ghigliottina a Roma città fu eseguita il 24 novembre 1868: le vittime si
chiamavano Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti, accusati dell'attentato alla caserma
Serristori in Borgo, che causò la morte di venticinque soldati zuavi. Ad eseguire la
condanna fu il boia Antonio Balducci, già aiutante di Mastro Titta, che sostituì il
"maestro" a partire dal 1865. La ghigliottina fu usata l'ultima volta, nello Stato Pontificio,
a Palestrina, il 9 luglio 1870 e l'ultimo giustiziato si chiamava Agatino Bellomo. Dopo la
breccia di Porta Pia del 20 settembre, il Papa, fu costretto a non emettere più sentenze di
esecuzioni. Si chiuse in totale isolamento non riconoscendo idealmente lo Stato Italiano
e le sue leggi. Ad oggi non è stata MAI abrogata la pena capitale. Non se ne capisce il
motivo, pare che sia meglio lasciare le cose come stanno, non si sa mai che debba
servire...
Papa Sisto V, nel 1586 stabiì “la pena di morte per tutti coloro, uomini e donne, che
commettono peccato di adulterio, com’è stabilito già per le donne responsabili di
aborto”. Berlusconi, cattolico, devoto dichiarato e con atto di sottomissione ufficiale al
trono di Pietro, quindi alle leggi dello Stato Vaticano, è un noto adultero. Testimone
indiscutibile è la moglie, con una pubblica accusa a "Repubblica". È peccatore riconosciuto.
Secondo la legge papalina, introdotta da Sisto V, merita la pena di morte. Ora il cattolico
non è cattolico per spirito di patate, ma lo deve essere sino in fondo, accettando anche,
anzi soprattutto, i sacrifici e i pesi e le responsabilità di questa condizione. Da VERO
cattolico deve entrare in Regno Vaticano, dichiarare ufficialmente la propria
colpevolezza, che nello Stato Italiano laico non conta nulla, come nulla conta tutto il
resto che ha fatto di 'buono' per non essere processato più, e porgere il collo... starà al Papa decidere se graziarlo o meno... se è VERAMENTE cattolico. Se non è cattolico... ah vabbe'... abbiamo scherzato... (mi sto riferendo al Papa)...

domenica, settembre 21

Carfagna soffre di anoressia?

È troppo semplice, oggi come oggi, parlare male della C. sarebbe come sparare alla Croce Rossa. Ma il motivo non è dovuto all'ultimo d.d.l. uscito dagli uffici del Ministro delle Pari Opportunità. Alcuni hanno fatto battute becere e meschine: ha imparato dal suo protettore, annientare la concorrenza. Nulla di più falso. Non è affatto vero che questa legge sia scaturita dalla mente della C. Sono le menti del grande ed unico decisionista, che hanno sfornato questa leggina, un po' per accontentare la Chiesa alleata, un po' per far vedere che c'è un problema sicurezza e che loro stanno facendo qualcosa; poi si sono chiesti chi ministero potesse beneficiare del lancio del d.d.l. Naturalmente sarebbe stato logico il Ministero della Difesa o quello dell'Interno, dato che è un problema di sicurezza interna; inoltre come esporre il Ministro della Giustizia ad una contraddizione? prima dice che le carceri sono piene e poi farebbe una legge che mette dentro chiunque si fermi a parlare con una mignotta? ( mezzo parlamento in galera?); non era utile allo scopo. Chi aveva maggior bisogno di rispondere alle malelingue? Lei. Così le hanno ricacciato fuori il rospo e le hanno fatto mettere in bocca parole di morigerata donna di chiesa, infarcisce ogni suo discorso con quel: "io sono una donna cattolica", che spesso non c'entra niente con l'argomento trattato. Un giornalista le domanda "sa cucinare?" e lei risponde preparata: "Sì so cucinare, sono cattolica", "sa nuotare?": "Sì, sono una cattolica".
Il problema invece è un altro ed ha proprio a che fare con la Croce Rossa. Non riesco a capire come mai nessuno si accorga che questa donna ha un serio problema di salute. Qualsiasi medico saprebbe identificare in lei uno stato di denutrizione. La C. soffre palesemente di anoressia. Il suo fisico è al limite, la sua voce è un sottile fiato misurato sulle flebili forze. La C. sino a prima di entrare in politica era una bella ragazza rigogliosa e florida; dopo non si è capito bene cosa sia successo. Invece di aggiungere chiletti, come nel normale evolversi del fisico, è accaduto il contrario. Si è scarnificata, gli occhi sono usciti dalle orbite, il corpo è diventato una cruccia per abiti. Grave gravissimo. Perché nessuno interviene? perché? Andiamo oltre le beghe politiche, oltre la miseria della faziosità, questo è un caso umano. Non so se c'è bisogno di uno psicologo, di uno psicanalista, di un nutrizionista, di un dietista... l'importante è intervenire al più presto.
Non sto facendo della bieca ironia. Per dimostrare che sono in buona fede non espongo neanche un'immagine della C. nelle sue condizioni attuali, un atto di sincera sensibilità. Infatti le foto risalgono a qualche tempo fa, colta in alcune tra le più intense espressioni, naturalmente in quella centrale lo sguardo è più intelligente.

mercoledì, settembre 17

Il luogo inatteso (2)

C’è un momento della mattina in cui la temperatura del deserto resta in bilico tra il gelo notturno e il giorno ardente che avanza. Pochi minuti di pacifica convivenza tra l’uomo e gli elementi, la mente ed i pensieri sono più fluidi e scorrono netti e precisi. In quel momento la mia lucidità mi sussurrava di fuggire. Nulla di più facile, bastava tirarmi su lo zaino, uscire dalla porta senza serratura, fare le dieci rampe di legno marcio e trovarmi al bancone. Talmente facile che mi sembrava stupido farlo, la mia logica perversa della sfida mi imponeva di resistere, eppure il sole non mi batteva ancora in testa. Ma non dovevo subire il malevole effluvio del mio desiderio inconscio di autodistruzione, lo stesso che mi aveva portato sin lì. Sebbene quello che dovevo ancora fare era di gran lunga peggio. Un piccolo sforzo, veloce per non pensarci ed eccomi al cospetto di *** .
“Già te ne vai?”
Che domanda ridicola? Perché sarei dovuto rimanere in quella cloaca? Non meritava risposta, solo un commiato: “Allora addio!”
“Addio? Che parola grossa, impegnativa…”
“Non direi, non penso che ci rivedremo, senza cattiveria”.
“Capisco, però questo è l’ultimo avamposto, qualsiasi cosa succederà, qui devi tornare, se ci riuscirai…”.
“Eh certo, come no? *** nel frattempo che mi aspetti, fai un poco di pulizie nelle stanze”.
“Ah, per questo? ****?! Hai sentito?”, urlò verso la porticina. Notò la mia curiosità, “...la mia dimora. Mia figlia deve pur fare qualcosa!”
“Tua figlia? Sarebbe meritevole, ma dalle l’esempio!”
“Ah ah ah, avvelenato? Ah ah, ti chiedo scusa, tu hai ragione, ma sai com’è? oggi domani i giorni tutti uguali, senza che ti possa confrontare con la gente, ti lasci andare…”
“Parli bene l’Italiano, come mai?”
“Io sono un insegnante, lo ero… una volta… una volta…”, mi indicò una piccola foto sul tavolo nascosta da scartoffie ingiallite, “…mia moglie”.
“È morta?”, lui chiuse gli occhi. In quel momento dalla fessura della porta scintillarono due grandi occhi neri. *** si accorse dal mio sguardo della presenza della piccola spia, “****!, gridò. La ragazzina sgattaiolò dentro furtiva. Io lo guardai sorpreso. Con la mano mi fece cenno di avvicinarmi, mi accostò la bocca ad un orecchio, con un fiato di birra acida: “Lei non lo sa”.
“Ma perché?”
“Non ho avuto il coraggio…”
“Ma lo dovrà sapere prima o poi?!”.
Sbracciò per farmi abbassare la voce.
“Addio ***! e se non ti rammenterai di questo posto non ti sarai perso nessun ricordo”.
“Così sarà, pensa a te, stammi bene”.
Uscii, il sole aveva concluso la sua pausa su di me. Mi inondò accecandomi. Non mi interessava, niente poteva cambiare il percorso verso la mia meta, dovevo prima raddrizzare la mia anima per pensare a quella degli altri. O forse viceversa? Nel deserto si incontrano poche anime, ecco perché... mi sarei risparmiato il dubbio. Eppure quelle poche sono così intense, così concentrate che ne basta una per sballare i piani.
Il sentiero delle carovane, l’unico la cui traccia era stata studiata per non sparire del tutto, secoli di passaggi, cumuli, massi, torrette ad evidenziare il percorso, anche quando la sabbia li seppelliva, non poteva mai riuscirci per tutti. Ero in grado di resistere ad ogni pozzo di sosta, le cui cisterne il governo riforniva periodicamente. In pratica stavo andando a morire.

(continua)

venerdì, settembre 12

Il luogo inatteso

C'era sabbia ad ogni angolo della stanza, portata dalle suole dei clienti, dalle pieghe degli abiti, dal vento furioso delle tempeste che entrava senza complimenti dalla finestre senza imposte. Mi chiedevo che senso aveva pagare una camera, quando fuori le stesse comodità le offriva gratis il deserto. Ero troppo stanco per lamentarmi e troppo lontano dalla civiltà per trovare alternative. I vestiti mi si erano accartocciati sulla pelle, il locandiere mi aveva assicurato la presenza di una doccia. Di fatti c’era un lurido cesso, col pavimento annerito da placche di muffa consolidata nel tempo. Un doccione che appena smosso sbriciolò polvere di ruggine; l’acqua incominciò a defluire con getti nervosi ed un colore verde amaranto, innaffiò generosamente la coltura di licheni sottostante. Lasciai scorrere, con l’illusione di vederla limpida. Dopo lunghi scrosci multicolore restò fissa una sfumatura sabbia. Non avevo ricambi, provai a lavare pantaloni e camicia, e rimasi nudo in attesa che asciugassero. Nel frattempo mi gettai sul letto, stremato. Nessun termine della civiltà poteva essere corretto in quel luogo. Il letto era una rete sgangherata con sopra un materasso strappato chiazzato da ambigue croste. Il braccio scivolò a terra, andando ad arare con le dita lo strato lanuginoso del pavimento.
Mi svegliai a notte fonda, colto dal freddo. Mi vestii. In che razza di posto ero capitato? Decisi di andare a fare due passi. Il proprietario, in bilico su una sedia appoggiata al muro, dormiva emettendo un grugnito scomposto. La birra in mano, sopra l’addome. Ad ogni ronfata la gonfia pancia lievitava e la mano allentava la presa facendo inclinare la bottiglia . Fuori era il buio assoluto immane e ancestrale, una distesa infinita di dune e nulla, uno spettacolo da lasciare senza parole e senza vista.
Almeno il cielo, il rassicurante cielo poteva rincuorarmi e proteggermi, invece no, neanche le stelle c’erano, neanche una, un manto opalescente profondo che si rifletteva su niente.
Dilatai le pupille, avevo visto bene? Una pallida stella muoversi lenta sulla cresta delle dune e poi lasciarsi scivolare veloce sino al pianoro. Un’anima dalla tunica bianca veniva a passo svelto verso di me. Indietreggiai all’ingresso della bettola. Era una ragazzetta dal viso scuro, decisa a scontrarsi, allargai le braccia in segno di resa, la ragazza mi scartò come un fantasma ed entrò. Farfugliò qualcosa al locandiere e sparì in una porticina dietro il bancone. L’uomo ebbe un sussulto lamentoso come se avesse risposto in ritardo. Non mi restava che tornare a dormire.
(continua)

domenica, settembre 7

...RONZATE

A volte capita di sentire delle simpatiche boutade dai migliori rappresentanti della politica italiana. La prima reazione che abbiamo di solito è uno sbuffo di riso. Il fatto è che questi quando le raccontano lo fanno convinti. E non c'è niente da ridere perché tra il dire e il fare ci mettono un attimo.
Sembra che facciano a gara a chi le spari più grosse e altrettanto a chi le realizzi più grosse, una gara equamente divisa dalle superiori “menti” della sinistrata destrorsa politica italiana.
Quando per esempio sentii il già sindaco Veltroni parlare per la prima volta della possibilità di svuotare il Pincio per ricavarci un utilissimo e indispensabile silos interrato di parcheggi, credei ad una delle tante stronzate che si dicono quando si pensa a bocca aperta. Anni ed anni di lotta contro il primo sacco di Roma del Dopoguerra avevano insegnato pur qualcosa?! E invece no! Mai immaginavo che le menti perverse di accattoni del mercato delle costruzioni, aveva già elaborato un piano d’attacco progettuale e giuridicamente inattaccabile per realizzare l’imponderabile, senza se e senza ma. Ed eccoci ora punto e a capo all’alba del nostro nuovo tramonto, io sono convinto che Pasolini non era avanti a noi ma siamo noi ad essere regrediti; il progresso è una pura ipotesi filosofica perché si scontra contro gli interessi economici. Il mondo va avanti con il profitto non con la cultura, anche se è la cultura a salvare le chiappe a questa umanità, quando i danni degli interessi economici arrivano alle guerre alle carestie alla fame alla distruzione del patrimonio mondiale; è la cultura (scientifica ed umanistica) a raddrizzare di nuovo il percorso dell’uomo. Ma non divaghiamo.
Questa fine estate è stata il Ministro Gelmini a soddisfare la nostra sete di stronzate. Da prima aveva riferito che il maestro unico è la migliore soluzione per l’istruzione dei bambini, poi si è capito che il vero motivo non è la bisogna degli studenti ma il più volgare interesse di cassa, il taglio degli insegnati. Naturalmente tutto ciò si risolverà con la semi-privatizzazione della scuola PUBBLICA. Il che significa far quadrare il cerchio. Ma non oso dare colpe al Ministro che non ha colpe, come del resto non le ha l’altra Ministro, Carfagna, o l’altro Ministro, Alfano, chiunque poteva essere al loro posto. Il loro ruolo effettivo è prossimo allo zero assoluto. Si limitano ad essere semplici interpreti dei pezzi scritti dagli autori grandiosi di questo attuale spettacolo tragi-comico, che alcuni chiamano Governo.
L’ultima stronzata vocalizzata in ordine di tempo è dell’assessore all’Istruzione della Regione Veneto: Elena Donazzan. Propone la religione cattolica come insegnamento OBBLIGATORIO nelle scuole pubbliche. Le motivazioni sono fantasmagoriche, esattamente alla stessa stregua della letteratura italiana o della storia nazionale. Lo studente (inclusi quelli di altre religioni) ha il dovere di conosce la religione cattolica perché fa parte della tradizione e della cultura italiana, e inoltre: “Lo studio della religione cattolica è da inserirsi in un ambito più ampio. Perché in Italia non si ruba e non si uccide, perché abbiamo questo senso della famiglia, perché il rapporto deve essere imperniato sul rispetto e sul perdono? Questi sono i principi comportamentali di chi vive in Italia, derivano da un approccio culturale alla religione cattolica, non derivano da altre religioni, in Italia da sempre anche se non lo vogliamo riconoscere questi principi non derivano dal giusnaturalismo, ma dalla religione cristiana”. Se queste cosucce le avesse dette un uomo qualunque, si tirerebbe avanti con un sorriso compassionevole, ma è già scritto un ddl. Per prima cosa il nostro assessore sembra che non faccia distinzione tra Cristianesimo e Cattolicesimo. Seconda cosa è che il Cattolicesimo non aveva certo tra i suoi meriti quello di difendere la vita, per principio. Considerando che forse alcune lezioni di Storia della Religione Cattolica dovrebbe essere proprio Lei a riceverle, per prima, l’ultimo Papa re Pio IX, “l’infallibile”, fece scorrere la lama ghigliottina sino all’ultimo giorno disponibile, 1869. Ed ancora questa avrebbe scolato sangue a Piazza del Popolo o sotto Castel Santangelo se l’anno successivo, con la simbolica breccia di Porta Pia, non si fosse messo termine al potere temporale e a questa pratica becera che già molti osservatori europei giudicavano come barbara. Saranno queste le origini della tradizionalista assessore?