lunedì, aprile 30

... e un ricordo di Angie

Eccomiiiiiiii!!!!!

Con la stanza dei ricordi.

C'era una volta una piccolissima, quasi microscopica isoletta spersa nella laguna veneziana, piccola ma di una bellezza disarmante.
C'era e c'è ancora.
In questo paradiso esisteva ed esiste ancora una scuola elementare, dove i bimbi crescevano felici e spensierati attorniati dall'amore dei prorpi maestri.
Falso.
Esisteva ed esiste ancora una scuola dove i bambini per 20 anni hanno vissuto un incubo.
Nel 1988 un "bravo maestro", amato e coccolato da tutti viene denunciato da alcuni genitori per violenza sui suoi alunni, bimbi che dalla terza elementare alla quinta hanno dovuto subire l'inimmaginabile.
Il caro bravo maestro amato da tutti ovviamente è stato prontamente avvertito e non ha più messo piede nella ridente isoletta.
Il direttore didattico ha promesso agli incacchiati genitori che sarebbe stato immediatamente sospeso dall'incarico, il buon parroco (pace all'anima sua, non è ancora morto ma comunque pace all'anima sua)rassicurò gli ancora più incacchiati genitori che l'avrebbe sistemato in biblioteca del seminario, lontano dai bambini.
I lungimiranti abitanti della splendida isoletta tacciarono le bambine come "puttanelle", "stronzette viziate" e "demolitrici di reputazioni". Il fatto si commenta da solo.
Dopo alcuni anni a una ex bambina venne la curiosità di sapere che fine avesse fatto il suo bravo e caro maestro, e il non ancora defunto parroco la rassicurò, raccontandole una bella storiella sul buon caro maestro: "Sta accudendo un Cardinale ammalato di cancro - fu la risposta - non ha più visto l'ombra di un bambino".
Nel frattembo i bimbi crebbero chi più chi meno sano e felice, ma pochi, per dire la verità.
Nel 1997 sta cacchio di ex bambina curiosa e anche un po' sfigata si trovava in spiaggia, e stava leggendo distrattamente un giornale locale, quando gli occhi le caddero su un microscopico trafiletto: "ma è incredibile - pensò - gli hanno distrutto la reputazione di nuovo! Ma allora è proprio pieno di puttanelle di otto anni il mondo!"
Il finale è abbastanza scontato, la ex bimba andò direttamente dai carabinieri a raccontare quello che era successo 10 anni prima, e con meraviglia scoprì che "miracolosamente" la denuncia era stata fatta sparire, andò quindi dal buon pastore di Dio, che le ripetè la storiella del Cardinale.
La ex bambina a quel punto smise di essere una ex bambina e tirò fuori le palle, sputò addosso al prete e se andò allegramente a costituirsi parte civile e con la sua testimonianza fece in modo che il buon maestro si beccasse otto anni di galera.
Nel frattempo, tanti e tanti ex bambini della ridente isoletta cominciarono a fermare per strada la nostra ex bambina, raccontandole di quello che avevano subito loro, di quando avevano provato a raccontarlo ai genitori, di come i genitori avevano imposto loro il silenzio "tanto fra un po' di mesi finisce la scuola e non lo vedi più", di come avessero paura di essere tacciati per "rovina reputazioni".
Ecco, questa è la triste storia che accadde tanti e tanti anni fa.
Non ti pare che molte cose si ripetano?
La mie considerazioni in questi orribili casi sono molteplici, e dettate probabilmente da una sorta di deformazione:
1 - Le persone coinvolte sono sempre INSOSPETTABILI. Il nostro caro buon maestro aveva una laurea in psico pedagogia infantile, serve che mi dilunghi oltre a spiegarvi quanto fosse facile per lui manipolare quelle che chiamava le "Sue creature"?

2 - Ho letto con orrore che una delle maestre si aggrappa alle condizioni di salute della madre: il nostro caro tenne le sue bambine inchiodate al silenzio raccontando loro che i soldini dello stipendio servivano per curare la mamma, gravemente malata. Solo nel 97 si scoprì che era morta da decenni.

3 - Le vittime spesso vengono addidate se non come carnefici, come calluniatori.
Ti assicuro che io ho letto l'incidente probatorio di 10 bambine di otto anni. Un bamabino non può inventarsi nulla di simile. E non racconta fatti o avvenimenti, parla e si esprime cercando di spiegare delle sensazioni. Un bambino non è in grando di dire che il suo maestro lo masturba, ma racconterà della sgradevole sensazione di una mano che spinge e fa pressione lì.

Basta, non mi dilungo oltre.
A voi le considerazioni finali.

cronaca

Mi chiedevo chi fosse quell'autore televisivo che è indiziato di pedofilia, leggendo l'articolo del corriere verrebbe da dire: "come volevasi dimostrare".
È un caso talmente assurdo che ancora stento a crederci. http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/04_Aprile/26/
scancarello_ragazzi_ragazzi.shtml


Per il caso Cogne, le attenuanti generiche che hanno ridotto la pena di primo grado da 30 a 16 anni, sono dovute a "nevrosi isterica" che non è una malattia debilitante da richiedere semiinfermità mentale ma una momentanea situazione di un soggetto sano, di cui probabilmente soffrono moltissime persone. Questo significa che se a qualche genitore o qualsiasi altro comune cittadino scappi la pazienza e randelli un bambino perché gli stava disturbando il sonno, giocando a palla e varie altre amenità del genere, basta impugnare la sentenza di Cogne per assicurarsi appena 16 anni, perché uno scatto di ira non si nega a nessuno.

Ora che mi ricordo, una volta stavo da mia sorella, mi ero appisolato sul divano. Mio nipote aveva intorno a due anni. Marchingegnava con un giocattolo contundente e lo andava a sbatacchiare di qua e di là; io avevo il presentimento che era meglio spostarsi ma... che dolooore. Se avessi avuto la sentenza di Cogne in mano lo avrei sbattuto in galera ed i suoi sedici anni con la condizionale non glieli avrebbero negati (e vabbe' che non sono deceduto). Per la cronaca, avevo diverse opzioni, alzarmi con uno scatto fulmineo e come Cogne insegna farmi venire un attacco di 'nevrosi isterica', oppure limitarmi a strappargli l'arma del 'delitto' e saltarci sopra sino a disattivarla, oppure quello che ho fatto, cioè niente: mi sono tenuto il mio dolore in silenzio, pensando tra me e me quanto fossi stato collion nel non essermi spostato prima.

domenica, aprile 29

Morale televisiva
È palese che i due programmi televisivi più terribili, siano anche quelli che producano più denaro.
Ma prima una nota vaticana. Non è oscenità se dico che il miglior appoggio la Chiesa lo trova nella Destra, certamente non è oscenità se dico che anche i leader della sinistra come Rutelli e Veltroni diano ampie ‘leccate’ ai sedili porporati per assicurarsi la ‘protezione’. Va da sé che mentre per i programmi Rai la Chiesa si sente in dovere di criticare le trasmissioni che non considera in linea con la morale (quale morale non si sa), per tutte le trasmissioni del circuito televisivo di Mediaset non pronuncia una minima parola negativa, a parte qualche riga scritta da quei sovversivi giornali che sono ‘Famiglia Cristiana’ e il ‘Messaggero di S. Antonio’. Cosa c’entra che sia un’azienda privata, la Chiesa è trasversale mica è un’Istituzione dello Stato (o forse no?). Berlusconi fa molto comodo alla Chiesa, c’è una sintonia di rapporti e di scambievoli cortesie che nessuna ‘banale’ polemica televisiva può e deve rompere. Quando Benedetto XVI salì al soglio, immediatamente ci furono i saluti di cortesia. Piersilvio con la sua Piersilvia furono tra i primi; ora mi domando: ‘ma chi cavolo erano questi due per andare a salutare il Papa? Cosa c’entrano con il genitore che è giustificabile per la sua importante posizione negli schieramenti politici e quindi come rappresentante del parlamento. Una che pochi anni prima sculettava davanti a mezza Italia, ora morigerata mantenuta, non sposata e quindi in pseudo-convivenza, non ammessa dalla Chiesa, alla quale il Benedetto Papa sorridente prende e stringe con due, due mani la sua manina, come se fosse una suorina devota. Abbraccia i poveri, piuttosto, nel tuo castello, come insegna il SANTO VANGELO, non i potenti ed i lussuriosi.. La morale della Chiesa viene gestita con due pesi e due misure, colpisce chi gli conviene. Prendiamo il caso di quella vergogna dell’Italia che è Vittorio Emanuele. Non una parola da parte del Vaticano, e non gli conveniva; ne ha fatti di affari con Vittorio…

I soldi sopra di tutto. Maria De Filippi occupa una posizione ben più salda del marito, perché assicura ascolti elevati. Ha messo su una produzione che lavora come una catena di montaggio per creare mostri e immetterli nel mercato. Pretendenti presi da liste infinite di aspiranti nullità, proposte dai procuratori di spettacolo, esposti al tubo catodico e poi sparati nelle serate in discoteca, spolverati nei programmi e nelle riviste di gossip, ad alimentare un mercato che non ha senso, la vendita di un’immagine; soldi spartiti tra produttori televisivi e gli agenti. Che mondo di miseria! Per il G.F. ancora, spennare direttamente il pubblico con le telefonate da un euro per votare, sempre; la presa in giro di una trasmissione in cui tutto è programmato, anche le scopa.te, anche il finto amore tra quella del nord snob e ricca e quello di Roma dalla voce di cornamusa sfiatata, volgare e diretto, che la palpeggiava sin dall’ingresso senza che lei si scomponesse, perché ovviamente era già stato detto loro cosa fare; tipico copione di film di serie Z. Maria De Filippi un giorno fu ospite del Giffoni Film Festival, una bella manifestazione che si occupa di cinema dei e per i ragazzi. Fu fischiata. Non si scompose per nulla, disse che bisognava prendere atto di una realtà, lei offriva un prodotto che piaceva ad una certa fascia di ascoltatori, chi la pensava diversamente era discriminante. Come dire: lasciate che gli ignoranti restino ignoranti. Allora diciamo che Costanzo ha creato un mostro e che gli sia sfuggito dalle mani. Costanzo si sta sciogliendo lentamente, conta sempre meno, schiacciato già da Vespa ma soprattutto da se stesso e dalla mogliettina che Piersilvio si cura e coltiva come la migliore pianta carnivora del suo vivaio.

venerdì, aprile 27

Programmi di De Filippi

Non ho mai sentito il Vaticano parlare direttamente male dei programmi di Maria De Filippi (in modo generico sì, della Rai sì, ma mai di Mediaset); questi sono quei misteri occulti che noi, semplici mortali, non potremo mai capire. Li posso supporre, ma questo non è il post adatto per parlarne, è una cosa molto seria (qui non scherzo). Quindi mi sento dispensato dal parlarne male anch’io. Anzi, voglio proporre alcune trovate per aumentare gli ascolti di quel bel programma che ‘allieta’ tutti i pomeriggi le povere casalinghe costrette ai lavori domestici: ‘uomini e donne’; gli ascolti vanno già bene ma la biada è aumentata e la povera De Filippi deve mantenere molti stalloni al maneggio. Ho a cuore questa situazione. Il programma si basa sui giochi della seduzione, sino alla scelta finale. Ma si sa nella vita normale, prima di decidere se stare insieme o meno, bisogna vedere se c’è intesa sessuale; quindi bisogna provarsi. Per evitare di cadere in imbarazzanti situazioni post scelta, del tipo classico: “Tutto qui…!? “ o peggio: “sono un fidanzatino di Lellemora” oppure: “Mi hai fatto infoiare come uno yeti dell’Himalaya, lato nord, ed ora mi dici che sei un suora orsolina che raggranellava i soldi per ristrutturare il convento?!”; senza limitarsi come ora a qualche insulsa slinguazzata, che ormai ha stancato anche le meno scafate casalinghe, la mia proposta ‘geniale’ è che il/la tronista (che nella nuova versione si chiamerebbe troista) ‘provi’ TUTTI i/le pretendenti, in una squallida cameretta d’albergo di periferia (per contenere i prezzi), uno per ogni puntata; poi in studio esprime i suoi giudizi anche impietosi, sulla durata, le prestazioni, le qualità intrinseche ed estrinseche del soggetto, la fantasia, la porcosità, il ritmo, la consistenza, la lunghezza…del rapporto ecc. Invece di farci tutte ‘ste menate… te la voglio dare, ma tu non la vuoi, e chi te lo ha detto? Dammela. Tieni ma non troppo, altrimenti pensano che sono una z..la. Ma tu sei una zo.la! senti chi parla… che fai finta di provarci per non essere scambiato per finocchio!... Ma io sono finocchio! - Sino a che passano 2000 scoglionantissime puntate, alla fatidica domanda: “Maria, posso scegliere?” Maria guarda il calendario: “Ancora no, la trasmissione finisce ‘regolarmente’ il giorno prima che parto per le Maldive”. Ma non dimentica di quelle povere signore, costrette a casa a badare una famiglia, lascia loro per tutta l’estate le repliche di Fefè Le Mokò, quel tale che al G.F. n.c. era talmente invisibile che non faceva neanche numero come maschio, ma che qui va via come il pane, è richiesto più di Raoul Bova ed i suoi modi da burino extra fondente (nel senso che ce li fonde letteralmente) sono considerati finissima satira d’avanguardia. Misteri della fede Mariana.

La donna non vuole piangere

Valeria Golino, punzecchiata da una giornalista sulla sua liaison con il serioso Scamarcio, ha detto che bisogna finirla con ‘sta storia che le donne vogliono un uomo che le faccia ridere, almeno lei li ha sempre preferiti impassibili e tenebrosamente sfingici. Io non credo che lei non si sia mai fatta una sana risata insieme al suo compagno; altrimenti le consiglierei per essere veramente felice di mettersi con un mendicante poliomielitico di Calcutta.

La donna vuole ridere, se non ridere sorridere, non necessariamente con le battute d’avanspettacolo del compagno. Vuole ridere anche per altri motivi. Mettiamo una povera impiegata, dalla vita grigia e monotona e mettiamo che la incroci un Brad Pitt che si piglia una sbandata madornale per lei, ricambiato; ma secondo voi l’impiegata non si metterà a ridere da sola da mane a sera e notte? Ma perché Afef sta sempre a ridere con la sua bocca vulcanica di grandezza etnea? Perché Tronchetti è un bravo battutista? No! eppure ride. Ma perché Veronica si mise con l’attuale consorte? Perché era un irresistibile barzellettiere? No! eppure rideva eccome quando lui le si presentava con diamanti richiesti dal gioielliere come quando si va dal salumiere: “Me ne dia 3 o 4 etti, facciamo 5!”. Non scherziamo, le donne vogliono ridere ed anche gli uomini, perché già la vita, da sé, ci pensa a renderci seri.

I grandi cantanti italiani

L’anno scorso ci fu una polemica a distanza tra Pino Daniele e Gigi D’Alessio. Il primo non riconosceva qualità nella musica del secondo. D’Alessio replicò con la solita eleganza che lo contraddistingue dicendo che quella di Daniele era tutta invidia, perché lui riempiva gli stadi e Daniele no, vendeva milioni di dischi e Daniele non più. Una volta ‘uno’ gli disse che somigliava a Massimo Ranieri da giovane. Lui rispose che gli faceva piacere. Invece di dire: “Ma che cassarola dici? Non ci somiglio neanche guardato da 300 metri con un binocolo comprato dai cinesi. Lui aveva i capelli, io no. Lui era bello io ho la faccia da porpo lesso, lui aveva una voce straordinaria io ‘na chiavica”. Ora che ci penso, quel tale che fece il paragona era… era… SIGNORINIII, sempre tuuuu…

I testi delle canzoni di D’Alessio ancora hanno reminescenze neomelodiche. È facile inventarsi una canzone di D’Alessio: Angelo mio

“I tuoi occhi di cerbiatta acerba su di me.
Io uomo già fatto, con mille donne alle spalle e una sulle spalle.
Tu che osservi la mia fronte alta e piano piano ti innamori di meeeee (non posso cantarla, mi spiace).
Vuoi fare la grande ma in fondo hai perso il tuo dolce segreto (odio queste metafore d’alessiane!) solo a dodici anni ed io…
che non avevo capito… che tu… eri un piccolo grande amore, solo un piccolo grande amore, adesso che… saprei cosa dirti, adesso che… saprei cosa farti adesso che…so che eri già una grande zocc….la. TATA TATA TATA TATA TATA TATA. angelo mio”.

Prossimamente: manifestazione di D’Alessio, al rione Scampìa, da un terrazzino che affaccia direttamente su un cumulo di mondezza, sulle orme del suo maestro romano.

mercoledì, aprile 25

pensiero libero 1

Il che significa che posso parlare senza seguire la logica che induce al conformimso.
Almeno ci provo. Perché ho fatto 'sta cassata siciliana?